Qatar, Qatar... e chi l'avrebbe mai detto. Il primo paese arabo a ospitare i Mondiali di calcio.
Ammetto che come è stato fatto questo nome, già m'aspettavo un insorgere di polemiche. Beh, una polemica s'è levata, ma non era quella che m'aspettavo.
Ma facciamo un passo indietro, andiamo a scoprire, per chi non lo sapesse, che cos'è questo misterioso Qatar.
Lo Stato del Qatar è un emirato del Medio Oriente, confinante a sud con l'Arabia Saudita e per il resto circondato dal golfo Persico. La capitale è Doha (circa 370.000 abitanti), la lingua ufficiale è l'arabo, la forma di governo è una monarchia assoluta retta dalla famiglia reale Al Thanicon con a Capo di Stato l'emiro Hamad bin Khalifa Al Thani. Il sistema giudiziario è composto da corti civili e penali; le corti sono amministrate secondo la legge islamica della Shari'ah. Il 90% della popolazione è musulmana sunnita; il cristianesimo è una religione minoritaria. Prima del 1999 era vietata la pratica pubblica di ogni religione all'infuori dell'islam, ma ultimamente si stanno facendo delle progressive aperture, anche se i proseliti di religioni che non siano l'islam sono vietati e puniti. Convertire dall’Islam è considerato apostasia ed è tecnicamente un reato capitale.
Uno dei (tanti) temi caldi di questa nazione è la questione dei "bambini fantini". Per la cultura araba e mediorientale in genere, le corse dei cammelli sono la versione locale delle nostre corse equestri. I fantini sono bambini sfruttati e maltrattati provenienti dai paesi più poveri del mondo come Pakistan, India, Bangladesh. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di un vero e proprio traffico di bambini finalizzato allo sfruttamento. L’utilizzo di bambini nelle corse dei cammelli è estremamente pericoloso e può causare danni fisici serissimi e addirittura la morte. Esistono moltissime prove che mettono in luce i maltrattamenti subiti dai minori, sia da parte dei padroni sia da parte dei trafficanti che, fra le altre cose, li nutrono in modo tale che il cibo sia insufficiente per la crescita. In sostanza ci si ritrova a guardare una gara di corsa di cammelli dove i fantini sono bambini di dieci/dodici anni, ma che ne dimostrano la metà viste le condizioni fisiche in cui versano.
Altra questione riguarda le donne. Riprendendo il rapporto di Amnesty International "Le donne subiscono discriminazioni e violenze. Lavoratrici migranti sono state sfruttate e hanno subito abusi, oltre a essere inadeguatamente tutelate dalla legge. Centinaia di persone hanno continuato a essere arbitrariamente private della loro nazionalità. Sono state comminate pene alla fustigazione. Hanno continuato a essere pronunciate condanne a morte, sebbene non ci siano state esecuzioni." Le donne hanno continuato a incontrare discriminazioni nella legge e nella prassi e sono state inadeguatamente tutelate contro la violenza all'interno della famiglia. Il codice di famiglia rende molto più semplice per gli uomini divorziare rispetto alle donne. Sottointeso, purtroppo, che l'abbigliamento per le donne è strettamente legato alla "legge", che impone solo certi abiti conservatori (e non venite a parlarmi di cultura per favore, perchè nel Corano non si obbliga nessuno a un certo tipo d'abbigliamento!) e ne esclude altri ritenuti non idonei.
Per quanto riguarda gli immigrati, che costituiscono più dell'80 % della popolazione (indiani, nepalesi, filippini, pachistani, bengalesi, indonesiani, cingalesi, iracheni, etiopi, vietnamiti, thailandesi, libanesi, iraniani, giordani, siriani), continuano ad essere esposti ad abusi e sfruttamento da parte dei datori di lavoro, senza adeguata protezione. L'immigrato è lo schiavo del suo capo: senza il permesso del datore di lavoro non si guida l' auto, non ci si licenzia, soprattutto non si esce più dal Paese. Gli stranieri che chiedono un aumento o più diritti, possono d’un tratto sparire nel centro deportazioni di Doha. I nuovi schiavi possono lavorare fino a 21 ore al giorno, con due porzioni di riso come unico cibo, una latrina basta per cento, si dorme fino a sedici uno sull'altro in stanze di nove metri quadri, senza finestre; pochi hanno le scarpe. C'è chi non ce la fa e, nel silenzio, si toglie la vita. Come scrive un blogger su Progress On Line: "Tra i grattacieli, le gru, i cantieri sempre aperti, sotto il peso di un’umidità schiacciante, vi è la triste conferma che la schiavitù non si è mai estinta: ha solo cambiato forma".
Abbiamo poi la libertà d'espressione. Il Qatar si pone al 121° posto nella libertà d'espressione redatta da Reporters Sans Frontieres. Vari cittadini stranieri sono stati condannati negli anni per blasfemia, alcuni dei quali hanno ricevuto pene fino a un massimo di sette anni di reclusione per aver impiegato parole considerate insultanti verso l'Islam. È in itinere il dibattito riguardo a una possibile nuova legge sulla stampa e le pubblicazioni a sostituzione della legge n. 8 del 1979, che prevede il carcere per critiche contro la religione, l'esercito e l'emiro.
Per ultimo, il Qatar mantiene la pena di morte, che si esercita tramite impiccagione e fucilazione; l'ultima esecuzione dovrebbe risalire al 2003, ma varie persone (22 in base al rapporto del 28/05/2008 di Amnesty International) sono detenute nel braccio della morte. Il 18 dicembre 2008 il Qatar ha votato contro la risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Ora, torniamo a noi.
Dopo tutte le critiche piovute a raffica sulle Olimpiadi di Pechino, possibile che l'unico problema fatto emergere sui Mondiali di calcio in Qatar sia stato quello sul... clima? (?!?!)
Se si vuole essere obiettivi nelle critiche penso non sia una gran cosa sparare solo su quelle nazioni che, per vari motivi, ci fanno comodo. In fondo, nessuna nazione è perfetta, si potrebbe trovare dello sporco ovunque (vi ricordate i Mondiali in Giappone? Sapete della pena di morte in Giappone e dei non-diritti di coloro che risiedono nel braccio della morte? Sapete delle leggi che sfiorano il razzismo di questa nazione?), e se si vuole (giustamente) portare alla luce dei problemi sarebbe bene farlo con tutti.
Eppure, l'unica voce alzatasi per criticare la scelta del Qatar ha parlato del clima eccessivamente caldo...
Va beh, ognuno ha i suoi metri di giudizio... ma a me questa cosa continua a non andare giù...
Ma facciamo un passo indietro, andiamo a scoprire, per chi non lo sapesse, che cos'è questo misterioso Qatar.
Lo Stato del Qatar è un emirato del Medio Oriente, confinante a sud con l'Arabia Saudita e per il resto circondato dal golfo Persico. La capitale è Doha (circa 370.000 abitanti), la lingua ufficiale è l'arabo, la forma di governo è una monarchia assoluta retta dalla famiglia reale Al Thanicon con a Capo di Stato l'emiro Hamad bin Khalifa Al Thani. Il sistema giudiziario è composto da corti civili e penali; le corti sono amministrate secondo la legge islamica della Shari'ah. Il 90% della popolazione è musulmana sunnita; il cristianesimo è una religione minoritaria. Prima del 1999 era vietata la pratica pubblica di ogni religione all'infuori dell'islam, ma ultimamente si stanno facendo delle progressive aperture, anche se i proseliti di religioni che non siano l'islam sono vietati e puniti. Convertire dall’Islam è considerato apostasia ed è tecnicamente un reato capitale.
Uno dei (tanti) temi caldi di questa nazione è la questione dei "bambini fantini". Per la cultura araba e mediorientale in genere, le corse dei cammelli sono la versione locale delle nostre corse equestri. I fantini sono bambini sfruttati e maltrattati provenienti dai paesi più poveri del mondo come Pakistan, India, Bangladesh. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di un vero e proprio traffico di bambini finalizzato allo sfruttamento. L’utilizzo di bambini nelle corse dei cammelli è estremamente pericoloso e può causare danni fisici serissimi e addirittura la morte. Esistono moltissime prove che mettono in luce i maltrattamenti subiti dai minori, sia da parte dei padroni sia da parte dei trafficanti che, fra le altre cose, li nutrono in modo tale che il cibo sia insufficiente per la crescita. In sostanza ci si ritrova a guardare una gara di corsa di cammelli dove i fantini sono bambini di dieci/dodici anni, ma che ne dimostrano la metà viste le condizioni fisiche in cui versano.
Altra questione riguarda le donne. Riprendendo il rapporto di Amnesty International "Le donne subiscono discriminazioni e violenze. Lavoratrici migranti sono state sfruttate e hanno subito abusi, oltre a essere inadeguatamente tutelate dalla legge. Centinaia di persone hanno continuato a essere arbitrariamente private della loro nazionalità. Sono state comminate pene alla fustigazione. Hanno continuato a essere pronunciate condanne a morte, sebbene non ci siano state esecuzioni." Le donne hanno continuato a incontrare discriminazioni nella legge e nella prassi e sono state inadeguatamente tutelate contro la violenza all'interno della famiglia. Il codice di famiglia rende molto più semplice per gli uomini divorziare rispetto alle donne. Sottointeso, purtroppo, che l'abbigliamento per le donne è strettamente legato alla "legge", che impone solo certi abiti conservatori (e non venite a parlarmi di cultura per favore, perchè nel Corano non si obbliga nessuno a un certo tipo d'abbigliamento!) e ne esclude altri ritenuti non idonei.
Per quanto riguarda gli immigrati, che costituiscono più dell'80 % della popolazione (indiani, nepalesi, filippini, pachistani, bengalesi, indonesiani, cingalesi, iracheni, etiopi, vietnamiti, thailandesi, libanesi, iraniani, giordani, siriani), continuano ad essere esposti ad abusi e sfruttamento da parte dei datori di lavoro, senza adeguata protezione. L'immigrato è lo schiavo del suo capo: senza il permesso del datore di lavoro non si guida l' auto, non ci si licenzia, soprattutto non si esce più dal Paese. Gli stranieri che chiedono un aumento o più diritti, possono d’un tratto sparire nel centro deportazioni di Doha. I nuovi schiavi possono lavorare fino a 21 ore al giorno, con due porzioni di riso come unico cibo, una latrina basta per cento, si dorme fino a sedici uno sull'altro in stanze di nove metri quadri, senza finestre; pochi hanno le scarpe. C'è chi non ce la fa e, nel silenzio, si toglie la vita. Come scrive un blogger su Progress On Line: "Tra i grattacieli, le gru, i cantieri sempre aperti, sotto il peso di un’umidità schiacciante, vi è la triste conferma che la schiavitù non si è mai estinta: ha solo cambiato forma".
Abbiamo poi la libertà d'espressione. Il Qatar si pone al 121° posto nella libertà d'espressione redatta da Reporters Sans Frontieres. Vari cittadini stranieri sono stati condannati negli anni per blasfemia, alcuni dei quali hanno ricevuto pene fino a un massimo di sette anni di reclusione per aver impiegato parole considerate insultanti verso l'Islam. È in itinere il dibattito riguardo a una possibile nuova legge sulla stampa e le pubblicazioni a sostituzione della legge n. 8 del 1979, che prevede il carcere per critiche contro la religione, l'esercito e l'emiro.
Per ultimo, il Qatar mantiene la pena di morte, che si esercita tramite impiccagione e fucilazione; l'ultima esecuzione dovrebbe risalire al 2003, ma varie persone (22 in base al rapporto del 28/05/2008 di Amnesty International) sono detenute nel braccio della morte. Il 18 dicembre 2008 il Qatar ha votato contro la risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Ora, torniamo a noi.
Dopo tutte le critiche piovute a raffica sulle Olimpiadi di Pechino, possibile che l'unico problema fatto emergere sui Mondiali di calcio in Qatar sia stato quello sul... clima? (?!?!)
Se si vuole essere obiettivi nelle critiche penso non sia una gran cosa sparare solo su quelle nazioni che, per vari motivi, ci fanno comodo. In fondo, nessuna nazione è perfetta, si potrebbe trovare dello sporco ovunque (vi ricordate i Mondiali in Giappone? Sapete della pena di morte in Giappone e dei non-diritti di coloro che risiedono nel braccio della morte? Sapete delle leggi che sfiorano il razzismo di questa nazione?), e se si vuole (giustamente) portare alla luce dei problemi sarebbe bene farlo con tutti.
Eppure, l'unica voce alzatasi per criticare la scelta del Qatar ha parlato del clima eccessivamente caldo...
Va beh, ognuno ha i suoi metri di giudizio... ma a me questa cosa continua a non andare giù...
Si alzerà qualche voce per il 2022?