sabato 14 luglio 2012

Slowly, there is a massacre ...

Lentamente, qui è una strage ...
"Qui Sud Sudan, qui Sud Sudan, mi ricevete?"
Mi spiace, ma qui sono pochi a ricevervi.
 
Sud Sudan (Republic of South Sudan, جمهورية جنوب السودان Jumhuriyat Janub Al-Sudan): Stato africano indipendente dal 9 luglio 2011 dal Sudan; in precedenza regione autonoma sudanese garantita dall'accordo di pace di Naivasha del 2005, quindi, dopo un referendum regionale, indipendente sotto ogni aspetto. Distrutto da anni ed anni di guerra civile, scatenata da Khartum e dal signor Omar Hasan Ahmad al-Bashir.


A guardare la mappa di Medici Senza Frontiere, sembra una nazione a maggioranza di campi profughi: Jamam Camp con 35.000 rifugiati, Doro Camp con 45.000 rifugiati, New Batil Camp con  30.000 rifugiati e Yida Camp con 63.500 rifugiati.
La situazione è ovunque uno specchio di immane tragedia e morte. Nonostante tutto l'impegno degli operatori di Medici Senza Frontiere, la situazione rasenta ovunque il disastro umanitario.
Per arrivare in questi campi le persone camminano ininterrottamente per giorni e giorni, kilometri su kilometri. E vedono morire chi tra loro non ce la fa: genitori, fratelli, figli, amici... Ma nel dolore immenso della perdita dei propri cari, la marcia non s'arresta e va avanti, avanti, tra malattie, fatiche, privazioni.
Nei campi quasi tutto è al collasso: l'acqua potabile sta finendo o si inquina e diventa fonte di morte, imperversano malnutrizione, diarrea, febbre, infezioni, polmonite. Tutte cose facilmente curabili qui da noi, si lascia scappare con un'incredulità piena di rabbia un'operatrice in uno dei campi. Ma lì no.
Il tuo stomaco non mangia da giorni e la tua gola è arsa dalla sete, dal caldo, e davanti a te c'è una larghissa pozza d'acqua. Sai che è inquinata dalla latrine che hanno straripato. Che fai? Morire di sete o di qualche malattia che quel liquido ti porterà? La certezza è che comunque andrà, l'agonia sarà lunga.

"Qui Sud Sudan! Qui Sud Sudan! Mi ricevete?"
No, non riceviamo.
Il silenzio è assordante, quelle vite umane probabilmente valgono meno di zero, quelle migliaia di persone non esistono, il loro straziante spegnersi non conta nulla.
E intanto che scrivo, lì si muore.
Ma non di una morte rapida, veloce, indolore. Verrà la morte, verrà, ma te l'assaporerai per giorni, settimane. La sentirai in ogni parte del corpo, di quel corpo ancora in parte vivo.

Lentamente, lì è una strage ...

[ For information: http://www.msf.org/msf/ ; http://www.medicisenzafrontiere.it/ ]