venerdì 31 ottobre 2008

Bem vindo a Pouso Alegre

Vogliate scusarmi se mi stacco dai caldi problemi italiani.
Vogliate scusarmi se con questo post vi porterò in un posto preciso, da persone precise, che voi non conoscete.

Venite un attimo con me, salite con me su un ipotetico aereo con destinazione São Paulo e appena atterrati andate su quell'auto dove quelle persone v'attendono già da un pò. Ci vorranno 4, 5 ore prima di giungere a Pouso Alegre (Minas Gerais), ancora mezz'oretta per arrivare al Bairro São Cristóvão.
Lì sarete l'attrazione del luogo, da subito. Meta non turistica, meta dove in fondo non c'è nulla di storico da vedere. Solo strade polverose, casette basse e gente perennemente in ciabatte che vi osserva, sorride e vi dice "Oì!".
E' lì che una parte di me s'è fermata in eterno, in quella Comunidade piena di bambini di tutte le età, piena di gente cordiale. Tanti volti, tanti nomi, tante di quelle storie che un blog non mi basterebbe per raccontarvele.
Solo oggi m'è giunta la notizia, solo oggi...e gli occhi mi s'offuscano, e non è la mia miopia questa volta...

L'hanno ammazzato.

Ucciso, brutalmente...

Cerco d'immaginare cosa deve avere provato in quel momento, in quegli istanti eterni mentre poliziotti Made in Brazil lo picchiavano, s'accanivano su di lui con ferocia, mentre sentiva che da lì non ne sarebbe uscito vivo. Bastardos. E penso a Irma Leila che l'aveva cresciuto come un figlio, facendogli da madre, quella madre che lui non ebbe, e che se anche era un pò uno scansafatiche gli voleva un casino di bene.
Il suo nome era lungo e non lo tenevo mai a mente, così l'avevo abbreviato alla meglio: Ed.
Ed è morto.
In un modo che in Sud America non è poi così raro.
Avrà mai giustizia?
No, fermate tutto, vi prego, non può essere vero, non a lui, non lui, Ed non possono averlo ammazzato, in quel modo, ditemi che è una bugia...per favore...
Riguardo continuamente questa immagine, appesa anche in camera, dove io e lui siamo in posa per la foto.
Non riesco ancora a crederci...non riesco proprio...e le parole mi sono d'un tratto mute, la mano non sa più che scrivervi...solo tristeza, raiva, incredulidade...

giovedì 23 ottobre 2008

Viaggio nelle scuole italiane

No, non abbiamo proprio paura.
E sai perchè? Perchè sappiamo bene per cosa ci stiamo battendo, che cosa stiamo difendendo. E ancor più bene cosa perderemmo se questa sciagurata "Riforma" passasse.
Mandaci la polizia, mandaci l'esercito, mandaci chi vuoi.
Noi siamo in tanti, da Nord a Sud, da Est a Ovest, guardaci: ci stiamo muovendo in tutta Italia. Perchè la Scuola è vita. Perchè noi stimiamo e ci rendiamo conto di quanto l'Istruzione sia importante.
Hai studiato un pò di storia? Sai che i colonizzatori inglesi, quando s'imposessarono dell'Egitto, la prima cosa che fecero fu chiudere le scuole? Un popolo ingnorante lo si governava molto meglio. Noi non siamo una massa stolta, noi siamo consapevoli che la Scuola Pubblica e Statale italiana è un diritto, non lasceremo che ce la smonti e che ce la deturpi. Parli di tagli inevitabili? Eppure le banche le avete salvate...noi invece non si può?
Non combattiamo solo per noi, ma anche per le future generazioni.
Ma nel tuo egoismo sfrenato, nelle tue logiche di profitto immorali, ora sai solo minacciare, come fanno i più impauriti dei dittatori. Ci fai pena.
...Verrai, oh sì, verrai giudicato un giorno, forse è questo che non calcoli...
Tratto da Liberazione :
"Che difenderà la riforma Gelmini "in armi"? Ieri a Roma si sono svolti i funerali di Vittorio Foa, uno dei più grandi protagonisti del movimento operaio dell'ultimo secolo (aveva 98 anni). Ricordando la sua figura, Pietro Marcernaro (sindacalista e uomo politico torinese, allievo di Foa) ha raccontato un aneddoto fantastico della vita di Foa. Successe che non so bene chi stava preparando un libro di testimonianze, intitolato "perseguitati dal fascismo", e chiese a Foa un ricordo personale (avendo Vittorio passato in un carcere fascista gli 8 anni più belli della sua gioventù, dai 25 ai 33 anni). Vittorio Foa rispose stupìto alla richiesta. Disse: «Ci deve essere un equivoco, io non sono stato perseguitato dal fascismo, io ho perseguitato il fascismo. E lo ho perseguitato così tenacemente che alla fine loro, impauriti, sono stati costretti a mettermi in prigione...».
La mobilitazione degli studenti sta davvero mettendo in crisi la politica e la sua agenda. L'opposizione alla riforma Gelmini, innanzitutto, è formidabile. Difficilissima da aggirare. E per il governo Berlusconi il rischio di perdere la riforma Gelmini (o addirittura di vedere il ministro costretto alle dimissioni) è un vero incubo. (...) Come andrà a finire? Dipenderà tutto da quel misterioso "teorema di Foa". E cioè dalla domanda: E' Berlusconi che sta perseguitando gli studenti o gli studenti che perseguitano lui?"

martedì 14 ottobre 2008

Che le stelle ti guidino sempre

Il rombo d'un aereo che sorvola il cielo, lasciando una scia bianca fra l'azzurro.
I miei occhiali che s'appannano; li tolgo, li pulisco, m'asciugo gli occhi.

Manu è partita, ieri.
E il vuoto dentro di me è palpabile.

E' partita per il Madagascar ma non per vacanza, non per lavoro. Per una sorta di "missione", con una ONLUS, Amici di Ampasilava; e non starà via 2, 3 settimane, 1 mese, no...
Sarà lungo Manu, sarà lunghissimo 1 anno senza corrispondere con te, senza le tue parole sempre così profonde, mai scontate. Ricordi cosa ti scrissi? Quelle parole di Kerouac, nelle queli io ti vedevo un sacco: "Le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d'artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiare la luce azzurra e tutti fanno «Oooooh!»". Così è Manu per me. Anche lei viaggiatrice insaziabile, con quella voglia di andare, di andare sempre oltre, di aiutare, di scoprire.
Risuonano ancora in me le parole di una sua ultima e-mail: "Io vado, vado anche per te e per voi tutti che non potete, per un motivo o per l'altro...perché siete in tanti davvero a trovare quello che voglio fare una grande cosa...e questo mi da forza per andare avanti (...) E così vado, vado per chi non può perché ha famiglia, per chi ha fatto altre scelte, per chi é malato e non può più farlo, e per chi vorrebbe aiutare ma non ha il coraggio di una scelta così drastica (...) Vado anche per chi pensa che tanto non cambierà niente se vado (...) E poi vado anche per chi non c'é più e non ha più la possibilità d'andare da nessuna parte, perché ci ha lasciato troppo presto...e non ha fatto in tempo a vedere tante cose di questo mondo"
L'incontro con Manu fu un pò insolito: ci incontrammo in Brasile, a Pouso Alegre, in una "missione", un Centro formato da asilo nido, asilo, scuola, dormitorio e oratorio, costruito da un missionario italiano, di quelli che si rimboccano le maniche e scelgono di stare con gli ultimi. Kiki ed io appena arrivate, lei già sulla via del ritorno: 3-4 giorni ancora e poi partì per la sua Svizzera.
Ritornata anch'io a casa, cominciammo la nostra corrispondenza che, nonostante siano passati gli anni, non è ancora terminata. Anche se non ci siamo più viste (solo un'altra volta che, sfiga vuole, lei era qui nelle mie zone ed io ero in Ospedale..>.>..) ci siamo scoperte via lettera, ci siamo conosciute e abbiamo notato come fossimo sulla stessa linea d'onda.
Non è stata la distanza ad impederci un'amicizia.
E anche ora, non saranno certo Km e Km di lontananza a farmi dimenticare di te, Manu, non sarà il non poterci più scrivere per un anno...che poi, conoscendoti, non mi stupirei certo se 1 anno diventassero 2 ^^
Ma hai fatto bene Manu, te lo dissi, vai, vai e ancora vai, perchè il viaggio è un qualcosa di magnifico, di unico, una ricchezza fantastica e preziosa...
"– Dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo.
– Per andare dove, amico?
– Non lo so, ma dobbiamo andare."
Vai Manu, con quella tua solarità che ti distinge, con la tua allegria, con la tua voglia di fare e anche con quella tristezza che ti porti dentro (come penso ognuno di noi...) ma che non ti ferma.
Per parlarci l'abbiam detto, guarderemo il cielo e lasceremo che i pensieri vadano liberi.
Tu, sotto il cielo del Madagascar, sotto un cielo che m'immagino d'un blu intenso; io, sotto il cielo dell'Italia, della Brianza, sotto un cielo forse violentato troppo dalle luci artificiali.
Scrutando il cielo, ci parleremo, come sempre.
E ti saluto, ti saluto Manu, con le parole dei Modena City Ramblers che mi sembrano le più adatte:
"Buon viaggio hermano querido!/E buon cammino ovunque tu vada/forse un giorno potremo incontrarci di nuovo/lungo la strada".
A presto Manu.

martedì 7 ottobre 2008

Stop Columbus Day

Conoscete il Columbus Day?

E' una festa che si celebra in America per ricordare l'arrivo di Cristoforo Colombo nel "Nuovo Mondo" nel 1942; a partire dal 1971 fu proclamata festa nazionale degli Stati Uniti.
Non ho nulla contro la scoperta di Colombo, fatto storico immodificabile, ma ho qualcosa da dire contro questa celebrazione.
Prima di tutto sarebbe bene ricordare che la "scoperta", in realtà scoperta non fu: i primi a sbarcare sulle coste canadesi furoni i Vichinghi nel 1100 d.C. e le prove si possono vedere in quanto permangono i resti del loro primo villaggio chiamato l'Anse aux Meadows (riconosciuto dall'UNESCO).
Ma andando oltre a ciò, c'è da dire che anche i Nativi Americani festeggiano questo giorno, come un giorno di lutto.
Perchè per loro fu l'inizio della fine.
Non ci fu tolleranza, non ci fu integrazione, non ci fu dialogo, non ci furono scambi culturali e civili: ci fu solo un genocidio da parte di arroganti colonizzatori. Distruzione fisica e culturale, riserve ed alienazione per i superstiti. Celebrare il Columbus Day vorrebbe dire dimenticare tutto questo, dimenticare quegli orrori mai del tutto ammessi, che attualmente anche sui libri di storia americani non vengono proprio ricordati, vorrebbe dire dimenticare il loro inquadramento dentro schemi occidentali che non appartenevano loro: obbligati dentro a certi vestiti, obbligati dentro certe case, obbligati a una certa religione, obbligati a certe scuole. Non ci fu un'arricchimento (e quanto poteva essercene!) reciproco. No. Solo annientamento da parte di quegli uomini che venivano dal mare.
Ma c'è di più: la violenza verso i Nativi è continuata, anno dopo anno, anche tutt'oggi. Oggi che i Nativi e varie Associazioni protestano distribuendo volantini dove spiegano le ragioni del loro dissenso, dove fanno sit in di protesta, e vengono arrestati in massa. Festeggiare il Columbus Day equivarrebbe a dire "Va tutto bene, W gli Usa!".
No, non va tutto bene.
Permettetemi d'essere arrabbiata, permettetemi di avere il sangue che ribolle.
I Nativi sono stati schiavizzati, torturati, violentati, oggi vivono nelle riserve, in mezzo al deserto, chissà perchè hanno meno diritti rispetto agli altri.

Ora spiegatemi, cosa c'è da festeggiare?

Per firmare la petizione "Stop Columbus Day" vi invito a questo sito:
http://www.nativiamericani.it/


giovedì 2 ottobre 2008

Giornata internazionale della Non-Violenza

Il 2 Ottobre è il giorno in cui nacque Mahatma Gandhi. Il 2 Ottobre è stato scelto come data per proclamare la Giornata internazionale della NonViolenza (International day of NonViolence - أيام الدولية لا عنف - Международное дней нет насилие - 国际餐厅 天 否 暴力). Voglio essere sincera: in alcune situazioni per me è molto difficile appoggiare o attuare questo principio. Ma grande è la stima che ho per tutti coloro che riescono a metterlo in pratica, pagando, spesso, sulla propria pelle. Da Gandhi ad Aldo Capitini a Martin Luther King a Ibrahim Rugova alle numerose Comunidade de Paz colombiane.
In questo video, un tributo a tutti loro e a tutti i non-violenti che la storia non ha ricordato.