Memento mori.
Ricordati che morirai.
Così dicevano i latini.
Se c’è una cosa certa in questa vita, è che prima o poi finisce. I motivi possono essere tanti e fra questi ce n’è uno che mi ha da sempre colpita. E che sta aumentando qui in Italia. Moltissimi gli studi, le analisi, ma il riusultato non cambia mai.
Sui caedere.
Ovvero quando la vita, per vari motivi, diventa un macigno insostenibile, quando il male di vivere s’impossessa di ogni parte del nostro corpo e della nostra mente. E così sui caedere, uccidiamo noi stessi. Ci suicidiamo.
Vai a scuola ogni giorno, e ogni giorno subisci le angherie di quei teppisti. Non riesci a reagire, non è da te mettere le mani addosso alla gente, e così la scuola diventa un incubo. Nessuno sembra vedere, tutti sembrano voltare la testa dall’altra parte. Non sei uno che parla tanto, i tuoi genitori non lo sanno e poi sono sempre indaffarati. Non hai amici con cui sfogarti. Ti convinci che sei un perdente. E ti convinci che tanto vale farla finita.
Avevi tutto ciò che desideravi: i figli, una moglie, una casa che pian piano stavi comprando, un impiego stabile. Poi nel mezzo della tua vita piomba quel licenziamento inaspettato. I conti in casa non tornano più, non ce la fai a finire di pagare il mutuo, le bollette ti stanno addosso, reclamano i loro soldi, la sera litighi in continuazione con te stesso, non puoi portare la tua famiglia al mare. Ti senti un fallito. Ti vergogni davanti ai tuoi figli… Loro che dovrebbero vederti come un esempio. Se tu non ci fossi più tutti i problemi sparirebbero, pensi. E sparire per sempre è così facile…
Il lavoro è precario, non riesci a raggiungere gli obiettivi che ti sei fissato. Però sei giovane, ti dicono, hai tutta la vita davanti. Ma tu non riesci a vederla. Hai dei bravi genitori, degli amici con cui passare le serate, ridi e scherzi con quella maschera che ti sei messo davanti. Ma dentro stai marcendo e neanche tu capisci il perché. Sei stanco, fai pensieri bui che rimangono blindati nella tua testa, ti senti inutile. Un’ultima serata con gli amici, un arrivederci, neanche la forza per scrivere due righe. Senti solo una stanchezza insopportabile. Guardi il ponte davanti a te e sai già cosa fare.
Potrei continuare all’infinito amici, questi viaggi hanno tante di quelle strade da non poterle catalogare… Tante, troppe le storie che parlano di dolori interni strazianti che portano tutti ad una stessa conclusione. Ultimamente, guardando qua e là, ne sto vedendo sempre di più.
Un tempo non li capivo. Pensavo ai malati terminali, a chi muore di fame nel mondo, a chi è stato ammazzato, al mio amico Mat inchiodato per sempre su quella sedia a rotelle con una malattia catalogata come “rarissima”, e trovavo sbagliato sui caedere.
Finchè ci sono passata. Finchè ho percorso intensamente quel viaggio nel sui caedere. Una vita traballante, una salute non ottimale, vari colpi alle gambe, e uno dei pochi punti fissi che un bel giorno mi dice bye bye; il colpo di grazia. Scoprire che non è vero che "tocchi il fondo". Il fondo non c'è. Puoi andare sempre più giù, all'infinito. Non so dire se ne sono uscita. Però ora sono più comprensiva nei loro confronti. Ora, forse, capisco.
Che altro dire amici? …
Mi permetto un consiglio, forse banale, forse stupido, ma ascoltatelo per favore: non fermatevi all’apparenza delle persone che conoscete, cercate di comprendere come realmente stanno. Delle vostre parole, dei vostri semplici gesti, potrebbero salvare una vita. E non penso sia poco.
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7 commenti:
Aly difficile commentare un post così intenso, che suscita un misto di dolore per immaginarti in quel percorso e di sollievo per sapertene fuori. Ogni consiglio sarebbe inutile, ma magari provare a pensare di regalarsi ancora la possibilità di emozionarsi. Un abbraccio.
Si, lo dissi anche io che non c'è fondo, che si può andare sempre più giù, e più giù ancora. Ma nello stesso modo si può risalire, sempre. La vita ha due facce, a volte quella buona si intravedere Aly :*
A volte cerchi di approfondire con le persone, ma per un motivo o per l'altro non vai abbastanza a fondo.. E dopo è troppo tardi.
L'anno scorso un mio amico si tolse la vita per essersi trovato in una situazione come quella che hai vissuto e descritto. Ad agosto trovai la forza per parlarne e definii coloro che non reggevano la situazione e andavano "oltre" compiendo gesti estremi "morti grigie".
Bisogna lottare e non arretrare di un passo per far si che i nostri sogni si avverino; ed è ancora più bello farlo quando qualcuno cerca di metterti i bastoni fra le ruote.
Un saluto ^^
Dopo l'enorme ritardo con cui ti rispondo, arrivo anche in ritardo qui..scusa per tutto
@Ale: tu sei sempre scusato caro Ale ;)
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