Poveda era nato in Algeria nel 1955 da genitori spagnoli fuggiti in esilio dalla dittatura franchista. Cresciuto a Parigi era arrivato in Salvador giovanissimo, trent'anni fa, grazie ad un contratto con Time, il newsmagazine americano, per seguire come fotografo la guerra civile. Dopo il '92, quando la guerriglia del Farabundo Martì -oggi al governo- iniziò le trattative di pace, Poveda lasciò il paese per documentare nuove guerre: dall'Iran, all'Iraq, al Libano; pubblicando le sue foto nei maggiori giornali internazionali come El Pais, Le Monde, Paris Match e New York Times. Qualche anno fa Poveda era tornato a stabilirsi in Salvador e a lavorare sul fenomeno della criminalità giovanile. Il film "La vida loca", in gran parte girato nel sobborgo della Campanera, documenta l'estrema violenza di queste bande di giovanissimi -l'iniziazione avviene intorno ai dodici massimo tredici anni- che spacciano droga e dominano il contrabbando, ma è molto critico anche verso la polizia e l'atteggiamento super repressivo dello Stato.
Le bande criminali giovanili come la M-18 o la Salvatrucha (o M-13), le due più grandi del Salvador, nascono negli anni Ottanta tra i ragazzi delle comunità di immigrati ispanici di Los Angeles. Negli anni Novanta il fenomeno si estende in Centroamericana grazie ad una legge che consente al governo americano di rispedire nei paesi d'origine piccoli e grandi criminali dopo che hanno scontato la loro condanna negli Usa. Fu così che i giovani capi gang di Los Angeles rimpatriati in Salvador formarono le nuove bande per gestire droga e contrabbando. Il fenomeno è esploso in America centrale negli ultimi dieci anni ed oggi si calcola che l'esercito delle gang sia composto da un numero di membri che varia dai 30 ai 50 mila.
Tratto da: Repubblica.it
Le bande criminali giovanili come la M-18 o la Salvatrucha (o M-13), le due più grandi del Salvador, nascono negli anni Ottanta tra i ragazzi delle comunità di immigrati ispanici di Los Angeles. Negli anni Novanta il fenomeno si estende in Centroamericana grazie ad una legge che consente al governo americano di rispedire nei paesi d'origine piccoli e grandi criminali dopo che hanno scontato la loro condanna negli Usa. Fu così che i giovani capi gang di Los Angeles rimpatriati in Salvador formarono le nuove bande per gestire droga e contrabbando. Il fenomeno è esploso in America centrale negli ultimi dieci anni ed oggi si calcola che l'esercito delle gang sia composto da un numero di membri che varia dai 30 ai 50 mila.
Tratto da: Repubblica.it
3 commenti:
Non c'è niente da fare, chi si documenta in prima persona e fa denunce contro le ingiustizie di questo mondo ha la vita breve!
Un abbraccio compagneras!
Spero che adesso il film si diffonda maggiormente ... una magra consolazione per la perdita di una vita, ma almeno servirebbe a qualcosa!
@ Inca: stare in prima linea comporta riski,x questo ammiro queste persone. un abraço anke a te^^
@marcaval: spero ank'io di vedere il film o nei cinema o sulle tv ( magari nn in terza serata..),Poveda almeno nn sarebbe morto x nulla..
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