Fu un ottimo scrittore, a volte scomodo, una di quelle personalità di spessore che per questo si studiano poco a scuola. Scrisse quella frase e ci azzeccò in pieno: spesso, siamo un paese senza memoria. E verità.
19-21 luglio 2001, G8 di Genova
Oggi, martedì 15 luglio 2008...
"Chiesti 76 anni. Condannati in 15 a 24. Grazie alla prescrizione nessuno pagherà.
Quindici condannati e 30 assolti dopo 11 ore di Camera di consiglio. Quando il giudice Delucchi legge la lunga sentenza sono in molti a scuotere la testa nei banchi occupati dalle parti civili e dai loro legali. Un calcolo sommario arriva a contare 24 anni complessivi comminati a un terzo dei 45 imputati, pene quasi tutte condonate, aggravanti tutte escluse. E nessuno è stato condannato per falso ideologico, l'unico reato che avrebbe resistito alla prescrizione. Una sentenza che nei fatti non riconosce le torture ma soltanto alcuni maltrattamenti specifici. La pena più alta (5 anni, 8 mesi e 5 giorni) era stata chiesta per Antonio Biagio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria, responsabile della sicurezza del centro di detenzione provvisorio. Non avrebbe avuto nulla da ridire che i detenuti fossero costretti dai suoi uomini faccia al muro, in piedi: la cosiddetta posizione del cigno. Di suo si sarebbe pure levato lo sfizio di prendere a calci, pugni e manganellate alcuni degli arrestati nel corso dell'identificazione. Tra gli imputati figura, tra gli altri, Alessandro Perugini, all'epoca dei fatti vice capo della Digos di Genova, per il quale i pm avevano chiesto 3 anni e 6 mesi. E' stato condannato a 2 anni e 4 mesi. Perugini è il più famoso per il cortometraggio di cui è protagonista assoluto: lui, in borghese, che prende un paio di volte la rincorsa per sfigurare meglio un minorenne di Ostia tenuto fermo da alcuni robocop travisati" (...)Io dovevo andare al G8 di Genova, con un'amica. Ricordi Kiki? Un "disguido" proprio dell'ultimo minuto e tutto è saltato. Mi ricordo che mio nonno mi disse "Se fossi stato un pò più giovane ti avrei accompagnato io!" E i suoi occhi brillavano mentre mi diceva quelle parole, ci teneva proprio a venire. Chissà, avrei potuto esserci io fra le mani degli sciacalli con la divisa a prendere botte su botte, a vedermi spaccare la testa, ad incassare i loro calci; o magari la mia amica. O magari mio nonno. Tanto, lo si sa bene, non hanno guardato in faccia a nessuno: donne, uomini, minorenni...tutti da braccare e pestare, con la bava alla bocca, proprio come le belve. Ho visto un bel documentario sul G8, dal titolo "Bella Ciao". Sono riuscita a vederlo solo una volta, bloccando di continuo l'immagine; stavo male, non ce la facevo a reggerlo tutto d'un botto. E v'assicuro che non erano fotomontaggi, nè casi isolati: gente caricata all'improvviso, molta della quale aveva fatto sin lì una manifestazione pacifica, picchiata con una ferocia da camicie nere, da fanatici, da persone in divisa invasate che magari si sentivano protette dall'alto (chissà chi c'era al Governo allora...). Ci mancava solo che un altro Bava Beccaris ordinasse di sparare sulla folla...
Non tutti i poliziotti e i carabinieri sono belve. Generalizzare, fare del qualunquismo, non è da me. Però in quell'occasione molti si sporcarono la coscienza di sangue, con azioni da veri picchiatori, da branco, con sevizie e torture fisiche e psicologiche.
Aspettavamo la giustizia. Di quell'Italia della Breccia di Porta Pia, di quell'Italia che sconfisse unita i nazi-fascisti, di quell'Italia che nonostante tutto mi piace.
Non è arrivata.
E l'amaro in bocca è tanto. Di più la rabbia. E la volontà di non dimenticare, mai.
L'unica consolazione, per me, è sapere che almeno esiste una giustizia divina.
1 commento:
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[Re]write di Giovanni Greco
http://www.giovannigreco.eu
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