mercoledì 17 febbraio 2010

Pandillas

Visto quello che è successo in questi giorni a Milano, in Via Padova, ma che in verità accade in quasi tutta la periferia di Milano (per essere precisi da quella parte tra viale Monza e via Padova, delimitata da piazzale Loreto da una parte, e dai ponti ferroviari, dall’altra) e non solo Milano ma anche in altre città italiane e straniere, riporto un post che scrissi tempo fa. Non analizzavo tutta l'immigrazione in Italia, ma mi ero concentrata sui giovani sud americani che formano le pandillas. L'abbandono delle periferie, la non integrazione dovuta anche ai tagli terribili abbattutisi sulla scuola pubblica, l'assenza di spazi sociali e culturali che, anzi, finiscono nel mirino del Comune, il totale non-investimento in queste realtà... dove poi diventa facile abbandonarsi alla delinquenza, e dove giovani vite vengono segnate per sempre... come in quelle canzoni di Tupac e di Eminem... forse la 8 Mile e il Bronx non sono poi così distanti...

Gruppi che si muovono silenziosi e rumorosi al contempo, nelle periferie, lontani dai centri più “in” di Milano. Sono in banda, sono tanti, sono giovani e giovanissimi. I giornali ne parlano poco, ancor meno le tv. Eppure chi abita dove loro si ritrovano, dove loro agiscono, sanno bene che non sono fantasmi né leggende metropolitane, ma sono una costante assai presente. Lorenteggio, Giambellino, Crescensago, Stazione Lambrate, Stazione Centrale: sono solo alcuni dei luoghi da loro più frequentati. I nomi delle loro bande evocano film, evocano una realtà che è ben presente in centro e sud america ed anche negli States. Ma oggi sono anche qui, in Italia, specialmente a Milano, Genova e Roma, a fare banda, a scatenare guerriglia quando ne sentono il bisogno, quando l’onore viene offuscato e deriso. Perché così si comporta una banda, perché così fanno in ogni parte del mondo ove sono presenti, perché questo è il codice da seguire. I nomi che rieccheggiano nelle periferie metropolitane di Milano, nella notte, sono famosi: Latin Kings, Comando, Chicago, Maras 18, Mara Salvatrucha 13, Soldao Latinos, Vatos Locos, Neta e i nuovi entrati Trinitaria e New York. Le origini affondano radici in Ecuador, in El Salvador, in Perù, in Uruguay, a Portorico, nelle comunità centro e sud americane presenti negli USA. Oggi sono qui anche da noi e di solito non fanno molto notizia, sia perché operano nelle periferie più ghettizzate sia perché gli scontri, i pestaggi, le botte, avvengono quasi sempre fra di loro, senza coinvolgere gente comune. Certo, poi ci sono gli “errori”, come qualche mese fa, quando il gruppo MS 13 scambiò un normalissimo ragazzo sud americano per un appartenente alla Maras 18, e lo pestarono ferocemente fino a causargli la perdita di un occhio…
Ma chi sono i componenti di queste pandillas? Molti sono i sud americani, la maggioranza nati in Italia, seguiti da italiani e africani. Praticano forme di racket, atti vandalici, pestaggi, furti e rapine. Hanno una chiara gerarchia al loro interno, hanno un’identità comune, sfoggiano loro codici, loro colori nel vestiario, loro tatuaggi, marcano un territorio. Girando sulle metro di Milano non si possono non vedere. Musica rap, casse di birra su casse di birra, bombolette spry, vestiti hip-hop, bandane con i colori d’appartenenza. Si formano nei quartieri dormitorio, nelle periferie più buie, a scuola, provengono quasi tutti da situazioni di degrado, da famiglie problematiche, da quartieri difficili, da solitudini profonde. Emergono così facendo gruppo, facendo spalla contro spalla, si sentono realizzati, si sentono riconosciuti, si sentono forti all’interno della banda, non di rado sentono nella pandillas quella famiglia che non hanno mai avuto o che hanno avuto sfasciata. Ma c'è di più: questi giovani, sulla scia del linguaggio universale che propone la loro musica, il reaggeton, diffondono e credono in valori come giustizia, fratellanza, pace e amicizia. Combattono il razzismo che essi stessi subiscono.
Gruppi di certo complessi, oscillanti fra legalità e illegalità, giustizia e criminalità.
Andate, andate a fare un giro a Milano, in quella Milano che non è boutique firmate, che non è arte, che non è turismo. Venite tra i palazzoni di cemento gli uni vicino agli altri, venite all’ultima fermata della metro e del bus, venite nei quartieri duri lasciati al loro degrado. Lì troverete tutte queste pandillas, quiete nel loro caos giornaliero. E sperate solo che un giorno non decidano di dichiarare guerriglia verso il centro, verso il vostro quartire per bene, perché la battaglia sarebbe cruenta.

7 commenti:

Raimondo - Niente Barriere ha detto...

"...E sperate solo che un giorno non decidano di dichiarare guerriglia verso il centro, verso il vostro quartire per bene, perché la battaglia sarebbe cruenta."

Ciao Aly, mi ha colpito il finale di questo interessante post.
Come tu sai per un pò di tempo ho abitato vicino a Viale Monza, e un po ho toccato con mano quel degrado di cui brillantemente hai descritto (anche se dove abitavo io non c'erano le pandillas ma qualcos'altro).
Ricordo un bel servizio delle Iene di qualche tempo fa, che parlava proprio delle bande di ragazzini sudamericani che giravano per Milano. Dissero giustamente che agivano indisturbati, complice anche il fatto che erano minorenni, e che comunque visto l'ampia portata di questo fenomeno era molto strano che non se parlasse nelle tv e nei giornali ... forse come hai ben detto tu "E sperate solo che un giorno non decidano di dichiarare guerriglia verso il centro, verso il vostro quartire per bene, perché la battaglia sarebbe cruenta."
Concludo, ma come mai il ciarpame leghista si è lasciato sfuggire una cosi ricca argomentazione per il loro altrettanto ciarposo progetto xenofobo e con la mania della sicurezza a tutti costi? ..ne riparleremo di sicuro quando questi ragazzini li andranno a trovare nelle loro case ..!!! ;)

Un salutone, Ciao!!! ^-^

Lindalov ha detto...

'sta gente è tutta matta.

Aly ha detto...

@Niente Barriere: ciao! sì sì,ricordo ke mi dissi ke x un pò di tempo sei stato in quelle zone.. purtroppo, cm dici anke tu, il problema è ke tutto, x anni e anni (e lì da anni e anni governa il centro-destra), è stato abbandonato al degrado più totale. Ha detto bene il consigliere regionale del prc, Muhlbauer, quando ha detto:"che dire del fatto che la Lega siede al governo della città da 17 anni e che lo stesso Matteo Salvini siede in Consiglio Comunale dal medesimo numero di anni, cioè dal 1993? Un quartiere multietnico cresciuto senza accompagnamento, senza politica pubblica, senza strategia, senza investimenti per l’inclusione.."

@LindaloV: non penso che questa gente sia tt matta, di matti ne troviamo in tutte le Nazioni, il tutto è stato solo il risultato di un'operazione di costante abbandono e degrado in cui la zona è stata lascita da 15 anni.

Damiano Aliprandi ha detto...

No, non è matta. E' l'esasperazione che porta a questo. Ci vorrebbe una buona politica sociale, e non repressiva. E infatti non è un caso che da anni c'è il centro destra. Non che l'altro schieramento sia migliore, certamente più sensibile.

E se ti dicessi che aspetto con ansia questo conflitto come in Francia?

Anonimo ha detto...

Ciao! Non c'entra niente con il tuo argomento, ma girando in rete per cercare cose scritte su Valerio Verbano in occasione dell'anniversario ho letto su un altro blog che ti interessava informati su di lui. Perciò ti linko il blog di sua madre Carla ed il titolo del libro che ha scritto:

http://www.valerioverbano.it/dblog/

"Sia folgorante la fine" di C.Verbano ed A.Capponi ed.Rizzoli (collana prima persona)

Ciao! :)
Valentina

Aly ha detto...

@Anonimo: ciao Valentina! grazie mille x l'informazione! ero propio interessata a approfondire questa vicenda. grazie ancora ^^

Anonimo ha detto...

gentaglia degli esaltati io sto in sicilia e bande non ce ne sono perchè se tentassero di organizzarsi al indomani si troverebbero una 20 di cadaveri qui purtroppo la mafia regan sovrna e non vuole concorrenza di ragazzi ealtati ke gli rovina il business, oltre che per il tipo di spirito di ogni cittadino qui si organizzerebbe la gente e li prederebbe a calci nessuno si farebbe dominare da gente da fuori