Ringrazio e faccio i migliori auguri a tutti gli amici di blog con i quali ci siamo scambiati idee, opinioni, faccio gli auguri anche a tutti coloro che per caso sono capitati qui. Un pensiero corre alle amiche e agli amici che ho sparsi per il mondo, alle persone care che non ci sono più ma so che mi possono sentire, a quell’amico in particolare che non so su quale strada starà dormendo, a coloro che oggi si sono allontanati ma che spero sempre possano tornare.
Vi vorrei lasciare con una sorta d’intervista; non prendetevi male se a tratti può sembrarvi troppo triste e amara per questo perido: il “protagonista” v’assicuro che non lo è per nulla, è uno abituato a combattere con il sorriso.
Vi voglio regalare la sua grinta. Che di questi tempi, serve molto.Vi vorrei lasciare con una sorta d’intervista; non prendetevi male se a tratti può sembrarvi troppo triste e amara per questo perido: il “protagonista” v’assicuro che non lo è per nulla, è uno abituato a combattere con il sorriso.
Arrivo a casa sua e Alex viene ad aprirmi. Fa un mezzo sorriso imbarazzato e mi dice d’entrare, d’accomodarmi. E’ da solo in casa, i genitori al lavoro, i suoi fratelli uno a studiare a casa d’amici e l’altro al lavoro anche lui. Mi vuole offrire qualcosa da bere, e così dopo un po’ arriva con un vassoio con su due bicchieri e un cartone d’aranciata. L’andatura è evidentemente zoppicante, ma porta tutto con sicurezza. Si siede e mi guarda, sempre sorridente. Dopo i convenevoli, gli faccio una domanda semplice: di parlarmi di sé. Abbassa lo sguardo, strofina piano la mano sulla gamba. Poi sereno, comincia. “E’ dall’asilo che ho capito che la mia diversità non doveva fermarmi, che se anche il dolore a volte era forte, io dovevo stringere i denti…per me stesso e anche per la mia famiglia. Le cure costavano tanto, vedevo ogni giorno i sacrifici che in casa si facevano per me. Sai, non siamo mai stati messi bene a soldi, e con il mio arrivo il problema lo so, è aumentato. Ma nessuno qui me l’ha mai fatto pesare. Le differenze le vedevo all’asilo e a scuola: sai, tutti con i vestiti della disney, con l’astuccio dell’ultimo cartone animato, con le robe di marca…io e mio fratello ci passavamo i vestiti a vicenda e abbiamo iniziato a capire subito che certi bambini “potevano” e altri, come noi, “non potevano”. Ma non siamo stati troppo lì a farci problemi, quella era la nostra situazione, lo sapevamo, e noi si andava avanti ugualmente, tranquilli. Poi, crescendo, abbiamo anche capito che in casa i nostri genitori si facevano in otto per noi: doppi lavori per far quadrare i conti…mio padre lavora di giorno e di notte, mi sono sempre chiesto come fa a reggere…E che, vedi anche tu, non abitiamo in qualche periferia o zona degradata, qui nel nostro paese stanno tutti bene…o quasi…ma mamma ha sempre detto che noi chiederemo la carità a nessuno…e anche se il comune e lo Stato in generale non hanno mai fatto quasi nulla per noi, noi non andremo mai a bussare a cose tipo la Caritas…la dignità conta molto per i miei…e per noi…E così la vita è passata, tra chi mi guardava e mi guarderà sempre in modo diverso, tra risatine di chi si prende gioco di me perché non ho un pezzo di gamba, tra sacrifici, tra niente vacanze, niente sport, perché non gliene frega molto di come stai messo a soldi, la retta è quella e o paghi o non ti puoi iscrivere, niente oratori perché anche lì devi pagare l’iscrizione, niente giocattoli nuovi, niente bici ultimo modello, niente motorino per i miei fratelli…insomma…un bel po’ di “niente” direi!...Però nessuno si è mai lamentato, anche quando mio fratello grande non è potuto andare all’Università perché serviva che lavorasse, anche quando l’altro mio fratello mi faceva quasi da balia, anche quando ho capito che comunque la si mettesse, io ero un po’ diverso dagli altri…nessuno si è mai lamentato. Adesso siamo tutti cresciuti, i problemi sono rimasti e…lo ammetto, mi sento un po’ più solo….i miei fratelli però è giusto che vadano per la loro strada, e io prima o poi troverò la mia…Sai, tra un po’ è Natale…abbiamo fatto l’albero, vedi? Ma non m’interessa se ci saranno o no pacchi per me…la gamba che non ho nessuno me la ridarà, questo è un dato di fatto, ma a costo di zoppicare, d’andare avanti con le stampelle, io non mi fermo, non m’arrendo…”
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