Meeting with Jack Adelstein, American journalist and writer author of Tokyo Vice, startling report on the Japanese Yakuza and now, he threatened with death, he lives with his armed escort.
Incontro con Jack Adelstein, giornalista e scrittore americano autore di Tokyo Vice, impressionante reportage sulla Yakuza giapponese e che oggi, minacciato di morte, vive sotto scorta.
di Junko Terao
TOKYO
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Sono arrivati di notte, con il buio, le braccia tatuate coperte e i guanti a nascondere le dita mancanti, per non dare nell’occhio. I primi soccorsi, poche ore dopo lo tsunami che l’11 marzo ha devastato la costa nordorientale del Giappone日本, li hanno portati gli uomini della yakuza ヤクザ. Decine di camion carichi di medicine, coperte, cibo, acqua potabile e torce elettriche sono partiti da Tokyo diretti nel Tohoku. Non solo. Nei dieci giorni successivi alla catastrofe, a mantenere l’ordine nei rifugi allestiti per i sopravvissuti c’erano più gangster che poliziotti. Pare che per scoraggiare gli sciacalli sia più efficace un tatuaggio in bella mostra che una divisa con distintivo. Come e perchè i gruppi che controllano il crimine organizzato si siano dati tanto da fare ce lo spiega Jake Adelstein, giornalista diventato suoi malgrado un esperto di yakuza, paladino (come recita la sua firma) e autore di Tokyo Vice, uscito in Italia per Einaudi Stile Libero (466 pp.)
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A una grande operazione d’immagine, non c’è dubbio, utile soprattutto ad assicurarsi una fetta della ricostruzione, dato che l’edilizia e il settore con cui la yakuza ヤクザ è diventata cosi potente nel dopoguerra, quando c’era un intero paese da rimettere in piedi. Oltre a fornire i soccorsi, infatti, pare che gli yakuza ヤクザ si siano presentati puntuali con i mezzi necessari a rimuovere i detriti delle città distrutte dall’onda. Da li, allungare le mani sulla cuccagna di appalti è questione di poco. Cosi è successo in passato e cosi sta accadendo nel Tohoku, come ha rivelato un inchiesta di giugno del settimanale Sentaku: l’urgenza di ridare le case agli sfollati farà chiudere un occhio a chi, in teoria, dovrebbe vigilare sull’assegnazione degli appalti.
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Quanto alla storia che gli ha cambiato la vita, quella di Goto e del suo
fegato nuovo, Adelstein alla fine l’ha scritta nel 2008 sul Washington
Post. Nel frattempo Goto si è ritirato ed è diventato un monaco
buddista. ll che non gli ha impedito di inserire nella sua autobiografia,
uscita nella primavera 2010, una minaccia di morte chiaramente diretta a
lui. Toshiro Igari, l’avvocato a cui Adelstein ha chiesto aiuto per
fare causa all’editore, molto attivo contro il crimine organizzato, è stato trovato morto in una stanza d’albergo a Manila. Per la polizia si è
trattato di suicidio, e il caso è stato chiuso.
E’ stato questo l'ultimo episodio di una guerra non ancora finita.