-Ognuno è ebreo di qualcuno. Oggi i palestinesi sono gli ebrei di Israele- Primo Levi
ISRAEL, the horror of the concentration camps for Palestinian children. The testimonies from "The Guardian".
ISRAELE, l'orrore del lager per minorenni palestinesi. Le testimonianze dal “The Guardian”.
Al Jalame è diventata famosa come la
prigione israeliana per bambini con la sua infame “Cella 36”, di cui
tanti bambini hanno testimoniato.
All’interno del carcere Al Jalame, in
profondità a tre piani sotto la superficie è localizzata la cella per
bambini piccoli, buchi neri, dove i bambini palestinesi, anche a soli 12
anni sono tenuti in isolamento, alcuni per 65 giorni.
In un’intervista del Guardian due bambini hanno descritto la cella 36: “la cella è lunga 2m e larga 1m, grande
come un materasso. Si mette giù il materasso e nella parte anteriore
c’è un WC… Non non c’è nessuna finestra… manca l’aria, si soffoca”.
La stanza è appena più ampia rispetto
al materasso sporco sottile che copre il pavimento. Il materasso è molto
sottile, solo 5cm di spessore. Una luce gialla è tenuta accesa 24 ore
al giorno per impedire di dormire, mentre le pareti presentano sporgenze
taglienti impedendo al bambino di stare appoggiato. La consegna del cibo avviene attraverso
uno sportello ancorato alla porta, è l’unico modo per contare i giorni,
dividendo il giorno dalla notte. La colazione è servita alle 4 del
mattino attraverso lo sportello della porta situato a 30cm dal
pavimento. Se il vassoio della colazione non è preso in tempo il cibo si
rovescia sul pavimento, il bambino è punito se non riesce a mangiare
tutto. Dove finisce il materasso c’è un basso muro di cemento dietro c’è la toilette: un buco nel pavimento.
La puzza dal gabinetto invade la stanza senza finestre.
Per i bambini l’unica via di fuga da
questa gabbia è la stanza degli interrogatori, dove, incatenati mani e
piedi, sono maltrattati dalla polizia segreta israeliana per oltre 6 ore
alla volta, fino a confessare, solitamente lanciare una pietra
corrisponde ad una pena fino a 20 anni.
I bambini descrivono le le sei ore di
interrogatorio: “sul terreno c’è un anello di ferro, dove sono
agganciate le manette che bloccano entrambi le mani . le caviglie sono
bloccate alle gambe della sedia… Non è possibile spostarsi… come una
statua. Minacciano che potrebbero arrestare mio padre e mia madre e
portarli qui se non confesso”.
I carcerieri ci dicono “Tu ci costringi
a portarli qui, cerca di capire che noi abbiamo lo stato di Israele
dietro di noi, dietro di te c’è il nulla”
I bambini hanno testimoniato di essere
sessualmente abusati dagli interroganti e minacciati di sodomia con un
oggetto al fine di costringerli ad una confessione, la prigione di Ofer è
gestita da G4S. (G4S è una multinazionale security services fondata in
Danimarca “per soddisfare le esigenze nel tempo della sicurezza globale”
http://www.g4s.com/)
Durante l’interrogatorio in fase di
arresto prima di entrare nella struttura, bambini hanno testimoniato che
soldati israeliani utilizzano anche cani.
Un ragazzo ha raccontato come, dopo
essere stato incatenato così da non potersi muovere, hanno versato sulla
sua testa cibo per cani, il cane si è a scatenato per mangiargli la
testa, ha descritto la paura, la saliva dei cani che colava sul suo
viso.
Hanno poi messo cibo per cani vicino ai genitali dei ragazzi…
Fonte: http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2013/5/31/34122-israele-lorrore-del-lager-per-minorenni-palestinesi-le/
venerdì 31 gennaio 2014
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