In questa nebbia che sembra voler restare come per voler rappresentare i miei sentimenti, in queste notizie giornalistiche che mi fanno venire sempre più il mal di stomaco e m'alzano la pressione, in queste facce, in queste persone che scorgo camminando per il mio paese, ho deciso di rileggere per l'ennesima volta (sarà forse la sesta...) il libro "Jack, l'uomo della Folla" di Diego Cugia. In quelle pagine che ormai cominciano a ingiallirsi, vi ritrovo un'attualità che mi pare eterna. Affronta di tutto l'incazzato e colto DJ sfuggito dal braccio della morte di Alcatraz, con parole taglienti e profonde. Fra le tante lettere che scrive una m'ha sempre colpito e m'è rimasta dentro. Vorrei fotocopiarla in caratteri giganteschi e attaccarla ovunque. Vorrei che venisse letta e riletta ogni 5 minuti in televisione e alla radio. Vorrei donarla alla mia vicina, sperando che si dia una svegliata. Vorrei darla a tutti gli adulti di questo paese perchè capiscano, comprendino, che i loro cari figlioletti cresceranno e un domani saranno "grandi": e questi grandi avranno grandi responsabilità.
Ed eccola qui, gustatevela, fino all'ultima sillaba.
"Ho visto i vostri bambini.
Nei supermercati, alla spiaggia, piccoli Rommel dentro le vostre jeep assurde da volpi del deserto. Solo che in quei carri armati ai semafori i generali nani erano loro.
Voi e vostra moglie sembravate Gassman e Sordi nella “Grande Guerra”: soldati vinti, umiliati, offesi. Non avete bambini, avete vecchi marpioni con le Tod’s da nano.
Io non ho patria, colleghi, famiglia. Permettetemi questa riflessione da clandestino: i vostri pargoli conoscono l’arte del ricatto come la peggiore puttana di Bombay:“Se non dare me altra rupia io non sfilare reggiseno, se non dare altre dieci rupie io non sfilare slip”.
Gli esperti insorgono: “Ditegli di no”. Ma tu lo sai bene papino, e tu mammina cara, lo sapete benissimo che a dire di no a Hitler si finisce in un campo di concentramento. Così andate avanti a Pokémon e ricatti, un vizio che i bambini imparano prima dell’alfabeto.
Forse la verità è che molti di voi hanno ancora uno straccio d’anima e sono convinti (chissà per quale strano miracolo) che anche i bambini ne abbiano necessariamente una; che siano dotati di gadget morali, come freni inibitori, senso del limite; che notino una pur minima differenza fra ciò che è bene e ciò che è male. Guardate che dalle vostre catene di montaggio sessuali non escono più macchine così. A noi, certi confessori ci hanno bacato dentro, ma almeno sapevamo che uccidere è peccato. Vedendo i piccoli Rommel in azione mi sono chiesto se non erano meglio i nostri orribili sensi di colpa. Mi sono chiesto: se questo insolente benessere economico dal quale siamo miracolati mentre i tre quarti del mondo crepano con la nostra benedizione, ripeto, se questa pappatoria dovesse venire cancellata da un qualche crollo che si porti via jeep da Rommel e villette a schiera, chi glielo spiega ai minidittattori che la pappa è finita? Useranno le pistole, ve l’assicuro, perché senza Balzac e senza Pirandello riescono a sopravviverci benissimo, ma senza BigMac e la Smart a diciott’anni precipiterebbero nel buio della follia.
Perché loro non sono, hanno.
Toglieteglielo e vi sbraneranno.
Appena sono tornato in Italia mi sono incagliato nella tragedia di Novi Ligure.
Perché vi siete meravigliati che Erika abbia ucciso sua madre? Che significa “Era una famiglia normale”? Appunto, normale. E’ questa nostra normalità che è guasta.
Poniamo che lei e il suo ragazzino facessero l’amore in una stanza. Avete idea di quale tempesta psichica e ormonale si possa scatenare alla loro età se si fa l’amore? Intendo dire in piena, totale, assoluta libertà? Senza remore? Senza peccato? Senza sensi di colpa? Ma chi, di noi quarantenni (che abbiamo lottato contro le famiglie oppressive, le frustrazioni, le educazioni rigide, i complessi) chi di noi avrebbe il coraggio di insegnargli che fare l’amore da ragazzini è sbagliato? Sbagliato in nome di cosa? Per cui già piovono lasagne dalle nuvole se li aggiorniamo sui contraccettivi, o sui rischi dell’Aids.
No, i vostri figli non hanno un’anima, così come noi la intendevamo, o una coscienza, così come noi la concepiamo. Non è colpa loro. Sono andati tutti i santi giorni in processione davanti alla Tv, alla messa del fantastico: il fantastico che si compra in edicola o al negozio dei giocattoli e che non mantiene mai le promesse.
Il fantastico infelice. La loro coscienza, la loro anima è possesso. Figurarsi quando si possiedono in due.
Avreste il coraggio di separare due lupi mentre mangiano?
In qualche modo la madre di Erika l’ha fatto.
La reazione di una figlia normale, di una famiglia normale, in un Paese normale è stata normale: l’ha sbranata."
domenica 16 gennaio 2011
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