In questo post vi porterò a fare un viaggio. Sì, un viaggio nella mia incazzatura personale. E magari non ve ne può fregare nulla. Ma chissà se qualcuno di voi s’è mai sentito come mi sento io in questi giorni.
Voglio iniziare con una frase di Gramsci: “Odio gli indifferenti. (…) Mi da noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto.”
Mi sono sempre messa in gioco, ho sempre preso le mie responsabilità, e ho anche pagato sulla mia pelle per questo. Ho avuto una vita non parassitaria, non abulica, ho sempre pensato che fare scelte era non giusto ma doveroso per una buona persona, per un buon cittadino. Ho lottato non per il mio piccolo giardino ma per la foresta di tutti. E l’ho sempre fatto senza sbandierare nulla, senza proclami, semplicemente perché mi sembrava la cosa giusta da fare. Certo, ho visto quelli che stavano alla finestra senza muovere un dito, e che muovevano il dito solo per evidenziare un tuo errore, ho visto quelli che cavalcavano la moda del momento per farsi fasulli paladini della giustizia, sulla strada che noi avevamo già spianato. Ma ho tenuto la calma, ho cercato di non farci caso. Ma qualcosa stava iniziando a incrinarsi. E allora ho afferrato un martello e con un colpo secco ho spaccato qualcosa dentro di me; così la rabbia è uscita e qui, con voi, la condivido. Mai furono più vere le parole di Gramsci che scrisse quell’11 Febbraio del 1917! Ci siamo (perché ovviamente non sono l’unica) sbattuti per una società migliore, per un mondo migliore, nel nostro piccolo, nel grande, nelle possibilità che ognuno di noi aveva; certo che abbiamo anche sbagliato! E chi lo nega? Ma solo chi si rimbocca le maniche sbaglia. Vi odiamo, dal profondo, voi che vivete immersi nella superficialità, nel menefreghismo, nel vostro stramaledetto egoismo, che non vi fa vedere al di là del vostro naso. Tanto carini e dolci con voi stessi e magari con le persone più care, ma totalmente indifferenti della società che vi circonda. Ignoranti in modo abissale nel non capire che il vostro misero benessere non è un regalo, ma una conquista fatta di sudore e sangue. Eppure sempre pronti a lamentarvi, sempre, sempre, con finto animo puro e angelico, puntando sempre il dito per un “tua culpa”, e non alzando mai un dito per fare qualcosa. E poi voi, voi! Arrivisti dell’ultimo momento, pronti ad issare la bandiera quando quel diritto noi ve lo abbiamo potuto dare dopo lotte e battaglie. I cadaveri per terra sono nostri, non vostri. Voi eravate persi in qualche salotto buono a bere il thè, a seguire l’ultima telenovela…ad armare il nemico… Poi d’un tratto vi siete svegliati e vi siete sentiti eroi e paladini, e via ad arruolare ingenui che si sono fatti abbagliare dalle vostre vuote parole. Voi, che vi siete lasciati così abbagliare…come avete potuto? Va bene che forse eravate arrabbiati, disillusi, ma farvi prendere così in giro…che delusione, che brutto spettacolo di voi state dando in questo squarcio d’epoca. E, mi spiace, io non mi sento vicina a voi, anche se la logica potrebbe dire di sì, come diceva Gramsci “E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.”
Vivo, sono partigiana. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Voglio iniziare con una frase di Gramsci: “Odio gli indifferenti. (…) Mi da noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto.”
Mi sono sempre messa in gioco, ho sempre preso le mie responsabilità, e ho anche pagato sulla mia pelle per questo. Ho avuto una vita non parassitaria, non abulica, ho sempre pensato che fare scelte era non giusto ma doveroso per una buona persona, per un buon cittadino. Ho lottato non per il mio piccolo giardino ma per la foresta di tutti. E l’ho sempre fatto senza sbandierare nulla, senza proclami, semplicemente perché mi sembrava la cosa giusta da fare. Certo, ho visto quelli che stavano alla finestra senza muovere un dito, e che muovevano il dito solo per evidenziare un tuo errore, ho visto quelli che cavalcavano la moda del momento per farsi fasulli paladini della giustizia, sulla strada che noi avevamo già spianato. Ma ho tenuto la calma, ho cercato di non farci caso. Ma qualcosa stava iniziando a incrinarsi. E allora ho afferrato un martello e con un colpo secco ho spaccato qualcosa dentro di me; così la rabbia è uscita e qui, con voi, la condivido. Mai furono più vere le parole di Gramsci che scrisse quell’11 Febbraio del 1917! Ci siamo (perché ovviamente non sono l’unica) sbattuti per una società migliore, per un mondo migliore, nel nostro piccolo, nel grande, nelle possibilità che ognuno di noi aveva; certo che abbiamo anche sbagliato! E chi lo nega? Ma solo chi si rimbocca le maniche sbaglia. Vi odiamo, dal profondo, voi che vivete immersi nella superficialità, nel menefreghismo, nel vostro stramaledetto egoismo, che non vi fa vedere al di là del vostro naso. Tanto carini e dolci con voi stessi e magari con le persone più care, ma totalmente indifferenti della società che vi circonda. Ignoranti in modo abissale nel non capire che il vostro misero benessere non è un regalo, ma una conquista fatta di sudore e sangue. Eppure sempre pronti a lamentarvi, sempre, sempre, con finto animo puro e angelico, puntando sempre il dito per un “tua culpa”, e non alzando mai un dito per fare qualcosa. E poi voi, voi! Arrivisti dell’ultimo momento, pronti ad issare la bandiera quando quel diritto noi ve lo abbiamo potuto dare dopo lotte e battaglie. I cadaveri per terra sono nostri, non vostri. Voi eravate persi in qualche salotto buono a bere il thè, a seguire l’ultima telenovela…ad armare il nemico… Poi d’un tratto vi siete svegliati e vi siete sentiti eroi e paladini, e via ad arruolare ingenui che si sono fatti abbagliare dalle vostre vuote parole. Voi, che vi siete lasciati così abbagliare…come avete potuto? Va bene che forse eravate arrabbiati, disillusi, ma farvi prendere così in giro…che delusione, che brutto spettacolo di voi state dando in questo squarcio d’epoca. E, mi spiace, io non mi sento vicina a voi, anche se la logica potrebbe dire di sì, come diceva Gramsci “E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.”
Vivo, sono partigiana. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.