Mi sono messa a pulire camera e, tra i mille fogli scritti che ho sparsi nei cassetti e negli armadi, uno ha attirato la mia attenzione. Si legge poco, è scritto in matita, su un foglio stropicciato e tutto spiegazzato. Con curiosità l’ho aperto bene e l’ho letto. Non ricordo se sono stata io a scriverlo anni fa rifacendomi a fatti reali, non so se me l’ha scritto un’amica, non so se è un semplice racconto inventato…non ricordo…
Se non vi spiace, ve lo riporto.
Ricordi?
I giorni trascorsi a ridere, a giocare, con te che mi tenevi in braccio e io che ti chiedevo di continuo di raccontarmi, di raccontarmi tutto, perché quel tuo lavoro m’appariva fantastico…chissà, forse er
a il fascino della divisa, l’uniforme scura…e ricordi? Quando mi regalasti un cappello come il tuo e io lo indossai subito e mi cascò sugli occhi…ridemmo, ridemmo di gusto…”Da grande mi andrà bene” dissi… Ricordi?
Io che ti consideravo un fratello maggiore da stimare, da guardare a bocca aperta quando mi raccontavi degli inseguimenti, di ciò che ti capitava…lì, lì a Bergamo, quella Bergamo dove tu lavoravi e solo per questo magnifica per me…
Ricordi?
Il tempo è passato come una folata di vento, e tra il vento ho continuato a costruire la mia vita, a costruire me stessa…anche se quel vento ci ha allontanati, ognuno sulla propria strada... 
Poi, un giorno, ho risentito una folata di vento che sapeva di salsedine, e ho sentito le onde del mare…questione d’un attimo…mi sono ridestata e ho chiesto “Siamo arrivati?” “Sì, sì, Genova, siamo arrivati”
E non so bene cos’è successo, i ricordi sono un pò annebbiati, il mio viso è ancora solcato dalle lacrime, e la mia coscienza reclama ancora giustizia…
E le mie orecchie…cos’hanno sentito lì a Genova, tra i vicoli, tra la polvere, tra le strade…e i miei occhi…
Ricordi?
Io non so tu cos'hai pensato in quei momenti, tu non sai cosa pensavo io…questione d’un attimo…d’una folata di vento…del destino…tu che dici? Che mi dici?
Ricordi?
Io col
volto coperto, incazzata… Poi una carica, una corsa senza fine sulle strade della battaglia, e una mano che m’ha afferrata, più mani, un colpo secco alla gamba…il tempo di vedere delle divise, di provare rabbia, paura…e io che con l’aiuto di qualcuno mi slegavo da quelle prese da squalo, che correvo stringendo il dolore tra i denti…e io che mi voltavo, un attimo, la sciarpa caduta, e fissavo quell’unica divisa che m’aveva
inseguita…che si bloccava…a pochi passi…che si toglieva il casco e che mostrava il volto…
Ricordi cos’hai provato quando m’hai vista?
Io lo ricordo, bene.
Ci siamo fissati attoniti, increduli, stupiti…pieni di malinconia… Tu m’hai chiamata, con la voce spezzata dalle lacrime…e i ricordi passati sono tornati alla ribalta di colpo…anch’io in lacrime…ma ho voltato le spalle e ho corso, con la tua dolce, dolcissima voce che mi chiamava…che mi chiamava come quand’ero piccola, e mi vedevi arrivare a casa tua…
Ricordi?