Ma cosa accadde? Nel 1862, dopo un raccolto andato male e prima dell’inevitabile carestia invernale, il pagamento federale tardò a giungere (i soldi e il cibo destinati ai Nativi, come spesso accadeva, erano rubati e spartiti tra gli agenti federali). I trafficanti locali non vollero concedere ulteriori crediti ai Santee e l’agente federale della riserva disse ai Santee che erano “liberi di mangiare l’erba oppure i loro escrementi”. Come conseguenza, il 7 agosto 1862 cominciò la rivolta dei Sioux, allorché pochi Santee uccisero un agricoltore bianco, innescando ulteriori attacchi contro gli insediamenti dei bianchi lungo il fiume Minnesota. I Santee aggredirono poi l’emporio e l’agente federale della riserva fu trovato ucciso con la sua bocca riempita di erba. Le Corti marziali processarono e condannarono a morte per impiccagione 303 Santee per “crimini di guerra”. Il Presidente Abraham Lincoln commutò la sentenza di morte per 284 di quei guerrieri, convalidando l’esecuzione per impiccagione di 38 Santee il 26 dicembre 1862. (Nota: ma non per senso di giustizia; Lincoln si preoccupava di come questo avrebbe influenzato gli europei, che aveva paura stessero per entrare in guerra a fianco del sud. Offrì quindi questo compromesso ai politici del Minnesota: avrebbe ridotto la lista di quelli da impiccare fino a 39, promettendo in cambio di uccidere o rimuovere ogni indiano e di fornire al Minnesota 2 milioni di dollari in fondi federali. La lista fu poi portata a 38, ad uno dei condannati fu sospesa la pena. Fonte: www.unitednativeamerica.com).
Nella primavera del 2005, Jim Miller, un leader spirituale Nativo Americano e veterano del Vietnam, sognò di trovarsi a cavallo attraverso le grandi pianure del Sud Dakota. Poco prima di svegliarsi, nel sogno, arrivato ad un fiume in Minnesota, vide 38 suoi antenati Dakota impiccati. A quel tempo, Jim non sapeva nulla della più grande esecuzione di massa nella storia degli Stati Uniti. “Quando si hanno dei sogni, sai se vengono dal creatore … Ho provato a metterlo fuori dalla mia mente, ma è uno di quei sogni che ti dà fastidio notte e giorno” dichiarò in seguito Jim.
Ora, abbracciando il messaggio del sogno, il 26 dicembre 2012, nel 150° anniversario dell’impiccagione di 38 Nativi Dakota, l’accadimento fu solennemente ricordato presso il luogo dell’eccidio, in quello che è oggi chiamato il “Parco della Riconciliazione”. Jim ha potuto così ripercorre i 330 km di lunghezza del suo sogno a cavallo da Lower Brule, South Dakota a Mankato, Minnesota per arrivare al sito dell’esecuzione.
Fu prodotto un documentario, "Dakota 38", nel quale si vede la storia del loro viaggio, le bufere di neve che hanno sopportato, le comunità dei Nativi e non Nativi che li hanno aiutati lungo la strada, e la storia oscura che stanno cominciando a spazzare via. Arvol Looking Horse, Custode della Sacra Pipa della diciannovesima Generazione, dichiarò che questo evento ha segnato la fine di un lungo cammino. “Sono fiero di essere qui oggi, e di aver partecipato alla commemorazione. Sia pace nei nostri cuori. E che una nuova stagione abbia inizio”. Nel “Parco della Riconciliazione” è stata posta una lapide, che reca i nomi dei 38 uomini con una poesia e una preghiera. Sidney Byrd, anziano Lakota – Dakota, dopo aver letto i nomi in lingua Dakota, ha dichiarato: “Sono orgoglioso d’esser con voi oggi. Il mio bisnonno era uno di quelli che hanno pagato il prezzo supremo per la nostra libertà. Anche se già condannato a morte, la pena fu commutata in carcere a Davenport, nello Iowa, dove molti morirono in condizioni orribili”.
Coloro che hanno contribuito a progettare la lapide e ad organizzare la cavalcata commemorativa in onore dei defunti dichiararono: “Perdona tutto a tutti”.
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