lunedì 29 settembre 2008

Ecuador: aplastante triunfo de proyecto de Correa!

El presidente Rafael Correa aseguró que "Ecuador ha decidio un nuevo país!", al darle un contundente a la nueva Constitución impulsada por su gobierno. Los ecuatorianos aprobaron ayer por una sólida mayoría la nueva Constitución.

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sabato 27 settembre 2008

Ecuador: il referendum della speranza

Domenica 28 settembre.
Una data che difficilmente si dimenticherà in Ecuador.
Sul tavolo c'è l'approvazione della nuova Carta Costituzionale: riconquista della sovranità nazionale (da decenni minacciata da interessi economici di multinazionali senza scrupoli), installazione di basi egualitarie per avviarsi verso uno sviluppo sostenibile, rafforzamento delle regole ambientali per lo svolgimento delle attività produttive, principio di non discriminazione, della parità di genere e riconoscimento della plurinazionalità di uno Stato, suffragio universale; come ha spiegato Franklin Ramirez Gallegos, di Le Monde Diplomatique "In gioco domenica c’è la continuità della trasformazione della matrice del potere sociale, in una direzione in cui le forze sociali popolari possano sostenere politicamente la propria esperienza organizzativa, riempire di contenuti democratici le loro proposte costituzionali e continuare nella lotta in nome del desiderio di cambiamento". Ricordiamo che l'attuale Costituzione dell'Ecuador nacque nel 1998 sotto uno stato militare, senza l'opinione del popolo.
Adelante Rafael Correa !!! Faccio il tifo per te!!!

mercoledì 24 settembre 2008

Una gran voglia di cambiar aria...

E’ un periodo pieno.
Forse troppo. Decisamente.
Tra l’Università, i lavoretti qua e là, l’impegno politico e un po’ di problemi con la salute, mi sento stanca. Poi ci sono le notizie dei giornali, dei TG, i problemi quotidiani della mia vita e del mondo dai quali non riesco a distaccarmi, non riesco a prendere le dovute distanze; e così le ansie, le proeccupazioni, le incazzature aumentano.
Vorrei uno stacco.
Radicale. Anche per poche settimane.
Ma questa volta non in una capitale ricca di vita, non nel caos di una metropoli come, per esempio, Nairobi, non in un tour per conoscere, scoprire genti, culture diverse…no, questa volta no…
Vorrei un posto calmo, tranquillo, isolato, senza TV, senza cemento, senza preoccupazioni…
Sapete dove vorrei essere?
In Polinesia.
Conoscete la Polinesia?
La Polinesia (Francese - Plynesie Francaise) è una costellazione di 118 isole, raggruppate in cinque arcipelaghi, che politicamente appartengono alla Francia. Il più importante e conosciuto è quello delle Isole della Società: Tahiti, Moorea, Tetiaroa, Huanine e Bora Bora. Il secondo è l’arcipelago delle Tuamotu costituito da 80 atolli tra cui le isole Rangiroa e Manihi. Infine l’arcipelago delle Marchesi, le Australi e le Gambier.
Il nome Polinesia deriva dal greco antico πολύς e νησος, cioè tante isole.
Fino al 1880 la Francia non esercitò pienamente la sua sovranità sulle isole, cominciò a farlo all’inizio del XX. A partire dal 1856 iniziarono però grandi ondate d’immigrazione verso i territori polinesiani. S'installarono inizialmente delle piccole colonie di popolazioni melanesiane e cinesi. Tra il 1964 e il 1973 venne a poco a poco concessa la nazionalità a questi nuovi abitanti. Sembra che la popolazione polinesiana sia un incrocio tra diverse razze, provenienti da India, Malesia, Cina, Giappone, Arabia, Egitto, Caucaso, Antartide e perfino Germania e Norvegia.
Le isole polinesiane si distinguono in alte e basse.
Le isole basse presentano una struttura morfologica originata da secoli di erosione; offrono al visitatore un panorama veramente unico, caratterizzato dalla presenza di attolli sparsi in lagune le cui acque calde sono popolate da milioni di pesci di ogni specie, coralli, tartarughe giganti e delfini. Le isole alte sono invece caratterizzate da aspri picchi di origine vulcanica. Oltre ad offrire una fitta e rigogliosa vegetazione, le isole alte presentano lunghe spiagge dalle sabbie nere, di origine basaltica, oppure bianche, di sabbia corallina. La varietà di colori presenti in queste isole è veramente notevole: il blu dell’oceano, le sfumature di giallo e rosso dei romantici tramonti, il verde della vegetazione...
Le isole polinesiane presentano un clima complessivamente mite, rinfrescato dalla costante presenza degli Alisei del Pacifico. Poi c’è la cucina, dato non meno rilevante: molto gustosa pur utilizzando prodotti semplici, come verdura, frutta, pesce e carne di maiale. I cibi vengono cotti prevalentemente arrosto oppure in forni scavati nella terra (chiamati himaa), che conferiscono alle pietanze un sapore davvero particolare. Poi ci sono deliziosi frutti di mare e crostacei, pesce fresco dell’Oceano Pacifico, magari accompagnato da riso e salse a base di cocco. E che dire delle freschissime spremute e dei succhi di frutta! E della birra, la Hinano Beer!
Sì, è perfetto…
Svegliarsi alla mattina e non sentire auto, udire solo il lieve rumore delle onde, fare colazione guardando il mare e vivere la notte camminando sulla spiaggia con il silenzio e il cielo blu intenso come dolci compagni. E non indossare più scarpe, avere i piedi nudi, liberi, che fanno riassaporare il gusto del procedere tranquillo e pacifico, con gli occhi poi che spaziano su paesaggi infiniti e aperti, non chiusi dal cemento.
Cosa darei per partire, subito…

lunedì 15 settembre 2008

15 Settembre 1993

PADRE PINO PUGLISI (15/9/1973 - 15/9/1993)

Uomo di grande coraggio e fede, che lavorò nel quartiere Brancaccio e in meno di due anni riuscì a costruire un Centro di accoglienza, coadiuvato da un gruppetto di volontari; giorno dopo giorno raccolse dalla strada decine di bambini e ragazzi, sottraendoli alla mafia. Proprio da quest'ultima fu ucciso, in modo codardo e vile.
Rendiamo onore alla sua memoria. Rendiamogli onore, alla luce del sole.

Racconti in bottiglia

Mi sono messa a pulire camera e, tra i mille fogli scritti che ho sparsi nei cassetti e negli armadi, uno ha attirato la mia attenzione. Si legge poco, è scritto in matita, su un foglio stropicciato e tutto spiegazzato. Con curiosità l’ho aperto bene e l’ho letto. Non ricordo se sono stata io a scriverlo anni fa rifacendomi a fatti reali, non so se me l’ha scritto un’amica, non so se è un semplice racconto inventato…non ricordo…
Se non vi spiace, ve lo riporto.

Ricordi?
I giorni trascorsi a ridere, a giocare, con te che mi tenevi in braccio e io che ti chiedevo di co
ntinuo di raccontarmi, di raccontarmi tutto, perché quel tuo lavoro m’appariva fantastico…chissà, forse era il fascino della divisa, l’uniforme scura…e ricordi? Quando mi regalasti un cappello come il tuo e io lo indossai subito e mi cascò sugli occhi…ridemmo, ridemmo di gusto…”Da grande mi andrà bene” dissi… Ricordi?
Io che ti consideravo un fratello maggiore da stimare, da guardare a bocca aperta quando mi raccontavi degli inseguimenti, di ciò che ti capitava…lì, lì a Bergamo, quella Bergamo dove tu lavoravi e solo per questo magnifica per me…
Ricordi?
Il tempo è passato come una folata di vento, e tra il vento ho continuato a costruire la mia vita, a costruire me stessa…anche se quel vento ci ha allontanati, ognuno sulla propria strada...

Poi, un giorno, ho risentito una folata di vento che sapeva di salsedine, e ho sentito le onde del mare…questione d’un attimo…mi sono ridestata e ho chiesto “Siamo arrivati?” “Sì, sì, Genova, siamo arrivati”
E non so bene cos’è successo, i ricordi sono un pò annebbiati, il mio viso è ancora solcato dalle lacrime, e la mia coscienza reclama ancora giustizia…
E le mie orecchie…cos’hanno sentito lì a Genova, tra i vicoli, tra la polvere, tra le strade…e i miei occhi…
Ricordi?
Io non so tu cos'hai pensato in quei momenti, tu non sai cosa pensavo io…questione d’un attimo…d’una folata di vento…del destino…tu che dici? Che mi dici?
Ricordi?
Io col
volto coperto, incazzata…
Poi una carica, una corsa senza fine sulle strade della battaglia, e una mano che m’ha afferrata, più mani, un colpo secco alla gamba…il tempo di vedere delle divise, di provare rabbia, paura…e io che con l’aiuto di qualcuno mi slegavo da quelle prese da squalo, che correvo stringendo il dolore tra i denti…e io che mi voltavo, un attimo, la sciarpa caduta, e fissavo quell’unica divisa che m’aveva inseguita…che si bloccava…a pochi passi…che si toglieva il casco e che mostrava il volto…
Ricordi cos’hai provato quando m’hai vista?
Io lo ricordo, bene.
Ci siamo fissati attoniti, increduli, stupiti…pieni di malinconia…
Tu m’hai chiamata, con la voce spezzata dalle lacrime…e i ricordi passati sono tornati alla ribalta di colpo…anch’io in lacrime…ma ho voltato le spalle e ho corso, con la tua dolce, dolcissima voce che mi chiamava…che mi chiamava come quand’ero piccola, e mi vedevi arrivare a casa tua…
Ricordi?